Ho letto un articolo a riguardo che parlava della diminuzione delle partite Iva anche prima del 2019.
Il monitoraggio dell’Osservatorio sulle Partite IVA, nei primi tre mesi del 2020 sono 158.740: una flessione del 19,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, determinata prevalentemente dall’emergenza sanitaria.
Nei primi due mesi, però, la contrazione era stata solo dell’8%, dovuta soprattutto alla diminuzione di avviamenti in regime forfettario rispetto al notevole aumento riscontrato nei primi mesi del 2019. Gli effetti dell’emergenza sanitaria sono rilevabili nel mese di marzo, si legge nel comunicato, con un calo di aperture pari al 50% rispetto a marzo 2019.
Ma Secondo i dati della Cgia di Mestre dal 2008 al giugno del 2013 hanno cessato l’attività 400.000 lavoratori indipendenti.
Secondo voi perché?
Al di là dell’emergenza Covid19 che ha colpito tutte le realtà del nostro paese e al di là dei vantaggi che può avere un lavoratore autonomo, il carico di oneri che ogni persona che apre la partiva Iva non è indifferente.
CI SONO TRE FATTORI SU CUI BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE:
- Gestione finanziaria e fiscale (se non la sai fare le tasse ti uccidono)
L’Italia è tra i Paesi del mondo con il più alto livello di imposte. La tassa principale che dovrai pagare come libero professionista (o ditta individuale) è l’IRPEF e le percentuali sono divise in scaglioni, per la serie: più guadagni e più devi pagare. Che é anche giusto. Ma lo sarebbe ancora di più se le percentuali fossero inferiori.
Oltre alle tasse, se lavori come libero professionista devi pagare i contributi INPS. Non puoi farne a meno, é obbligatorio iscriversi alla Gestione INPS (o alla cassa specifica della tua professione).
L’importo da versare dipende dal tuo reddito: più guadagni e più contributi devi versare.
In generale, se sei un libero professionista (senza cassa specifica) non c’è un importo minimo di contributi da pagare, tutto dipende dai tuoi guadagni: se guadagni zero paghi zero contributi. Se invece apri la partita IVA come impresa (ditta individuale) devi versare minimo 3.500 euro annui, anche se guadagni zero.
- Gestione nuovi clienti, se non fai marketing e vendita non puoi andare avanti, ti serve la benzina.
Proprio per il fatto che bisogna tirarsi su le maniche e contare sulla propria forza è necessario investire sulla comunicazione.
Pubblicità significa nuovi clienti che potranno essere interessati ai tuoi servizi e più clienti equivalgono ad aumento del proprio guadagno e al mantenimento degli oneri da dare allo Stato.
- Gestione espansione aziendale. Da solo non vai da nessuna parte, devi crearti un team!
Per investire sulla comunicazione è necessario o affidarsi a servizi esterni o circondarti da un team qualificato che si occupa di mantenere visibile l’attività.
Per me è stato così.
Bilanciare questi tre punti non è semplice, quanti tra di voi hanno scelto questa via?
Quali sono le difficoltà maggiori che un lavoro autonomo riscontra?
Gli aiuti dallo stato in questi mesi sono stati sufficienti?